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Ministero Ambiente presenta il Rapporto Qualità dell’ambiente urbano 2017

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Il XIII Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano, predisposto ISPRA, sistema delle ARPA e Ministero dell’Ambiente, riporta anche alcuni dati sull’esposizione ai campi elettromagnetici emessi da stazioni radio base per la telefonia mobile. I dati presentati sui campi elettromagnetici ed in particolare per la specifica sorgente legata alla telefonia mobile sono, per la verità, molto stringati.

Apprendiamo infatti che nel 2016 sono stati registrati 59 superamenti dei valori limite fissati dalla normativa vigente per impianti SRB, e che in totale il numero di misure sul campo effettuati dalla ARPA/APPA per gli impianti SRB sono pari a 1.458.

Il numero totale di impianti attivi nelle 118 città analizzate per il rapporto è di 20.064: un “impianto” comprende le sorgenti appartenenti ad uno specifico concessionario (gestore) ed installato in un determinato punto del territorio, su sostegno; un impianto SRB può ospitare uno o più servizi, per un totale di 56.183 servizi SRB, ossia elementi associabili ad una determinata frequenza di trasmissione, installati in un determinato punto del territorio, su sostegno. La media è di circa un impianto ogni 1.000 abitanti e per Km quadrato.

Dunque, delle misure sul campo effettuate, circa il 4% hanno rivelato sforamenti dei limiti di legge, in particolare il superamento dell’obiettivo dei 6 V/m nelle aree adibite a permanenze prolungate (soprattutto abitazioni private), ma in molti casi anche il superamento del limite di 20 V/m.

Purtroppo, il rapporto non spiega i criteri con i quali vengono scelti i punti in cui sono effettuati i controlli tramite strumentazione: molto genericamente, si afferma che l’attività di controllo delle varie Agenzie viene pianificata sulla base di criteri “quali ad esempio alta densità di impianti, potenze in gioco, valori importanti di campo elettrico misurati o valutati attraverso modelli previsionali, particolare sensibilità sociale”.

Alcuni di questi parametri di scelta risultano incongrui con le grandezze in gioco: l’unico parametro affidabile è la valutazione attraverso modelli previsionali, tuttavia non risulta dal rapporto alcuna evidenza che gli “interventi di controllo e/o studio tramite valutazioni modellistiche” abbiamo dato luogo a successivi “interventi di controllo sperimentali”, ossia misure sul campo.

Siamo del parere che la mappatura dei CEM sul territorio comunale attraverso l’utilizzo di modelli previsionali dell’impatto su popolazione e edifici sia l’unico modo per programmare in maniera ottimale ed efficiente gli interventi di misura sul campo: qualunque altro parametro di scelta dei punti di misura risulta arbitrario, inefficiente e persino fuorviante rispetto al quadro reale degli impatti.

Ricordiamo che le ARPA sono gli organismi preposti al rilascio del parere di conformità ai limiti di esposizione sull’installazione di un nuovo impianto per la telefonia mobile: tale parere è sufficiente a garantire il solo rispetto dei valori massimi consentiti ma non la minimizzazione dell’esposizione.

Inoltre, i pareri ambientali possono essere scavalcati attraverso  procedure semplificate:

  1. Autocertificazione: in molti casi le modifiche alla rete sul territorio comunale non sono soggette a procedimenti autorizzatori ma a una semplice autocertificazione da parte dei gestori. In questi casi le ARPA/APPA si limitano a recepire tali autorizzazioni, senza emettere alcun parere.
  2. Pochi strumenti a disposizione delle ARPA/APPA: le normative sui controlli che prevedono analisi e misurazioni con medie temporali sulle 24 ore, di fatto disarmano molte azioni di controllo (In vigore le Linee Guida per le misurazioni sulle 24 ore – Decreto Ministeriale del 2 dicembre 2014)

 

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